Il laboratorio di teatro Il senso della casa si conclude, dopo più di due anni di attività e relazioni, con una mostra fotografica diffusa sul territorio cittadino, i cui pannelli sono posizionati nei luoghi toccati dal laboratorio stesso: ViaoxiliaquattrO e Nòva sono state le sedi deputate degli incontri, a Filos fotografia e sartoria si sono avvicinate per dare spazio alla creatività di giovani italiani e stranieri, l'Università è stato il luogo del confronto e dello studio, Educamondo e la Scuola Bollini sono stati partner importanti per comprendere la molteplicità della popolazione, il Nuovo Teatro Faraggiana è stato ed è il fulcro di tutto il progetto.
Le fotografie scattate nel corso di questi due anni da Rosy Sinicropi, attenta osservatrice del lavoro di Bruno Macaro e del team del Teatro di Frontiera, restituiscono tutta la complessità di un percorso che ha visto partecipare decine di persone tra loro diverse per età, estrazione, abitudini, cittadini che per un periodo breve o lungo si sono messi in. gioco e hanno condiviso il proprio vissuto, affrontando insieme anche lo stupore della pandemia e l'assenza che ne è derivata.
Sarà possibile, quindi, passeggiando per Novara, ritrovare i volti e le parole che raccontano questo progetto la cui specificità è stata l'unione armonica di tanti elementi singoli, proprio come accade nella trama del tessuto ove ogni singolo filo partecipa al disegno finale: per questo motivo, il titolo della mostra è "La città si fa trama", giocando sul doppio senso della trama quale insieme di fili più o meno ordinati e della trama di uno spettacolo teatrale, il racconto collettivo che i cittadini possono fare del luogo dove vivono.
Racconto per immagini del laboratorio di teatro Il senso della casa diretto da Bruno Macaro con la collaborazione di Elena Caniato, Roberto Pronzello, Maura Riccardi, Giulia Sarto, Rosy Sinicropi. Sono inoltre intervenuti Veronique Andrin, Angelo Fasolo, Fabio Pisoni, Patrizia Virtuoso.
CITTÀ
Ci sono luoghi in cui si impara a conoscere l’altro e a presentare sé stessi. Le scuole, gli spazi di accoglienza dei giovani, le istituzioni in cui si producono arte e cultura. Novembre 2019: gli operatori del laboratorio di teatro Il senso della casa sono entrati nelle scuole Filos e Bottacchi, nella comunità per minori Educamondo. Hanno incontrato bambini, adolescenti, insegnanti, giovani immigrati. A loro è stata proposta la partecipazione al progetto iDEArti come un’opportunità per tessere nuove relazioni a livello cittadino.
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TRAINING
Pronti? Via! Le persone provenienti da ambienti e da contesti diversi della città entrano in contatto e si guardano negli occhi. Eseguendo e interpretando gli esercizi di teatro i partecipanti camminano insieme, cominciano a conoscersi e a riconoscersi, si incontrano a un altro livello. Nasce e si definisce il gruppo del laboratorio.
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TEATRO
Il testo di riferimento è il Sogno di una notte di mezza estate. Ci si concentra sull’inizio della commedia di Shakespeare, quando vengono ordinati i preparativi e i festeggiamenti per le nozze tra Ippolita e Teseo. E se fossero i partecipanti del laboratorio a essere invitati? Come andrebbero vestiti? Ma soprattutto, quali regali offrirebbero agli sposi? Sotto la spinta di questa suggestione il gruppo si trasforma in una città che brulica di vite. Ogni cittadino ha, sì, la sua storia, il suo obiettivo, ma le strade si incrociano, i cittadini si incontrano, si conoscono e si riconoscono.
PERSONAGGIO
Innescate dinamiche e complicità per i preparativi della festa di nozze, il laboratorio si fa anche sartoria: ogni partecipante del laboratorio comincia a indagare qualche tratto del proprio personaggio, frammenti di biografia diventano gesti, espressioni. È così che i personaggi vengono cuciti addosso agli interpreti rendendoli pronti ad attraversare insieme la storia di due stranieri, il Duca Teseo e la regina Ippolita, un tempo nemici e ora sposi raggianti.
ESPLOSIONE
Irrompe, si abbatte, deflagra la pandemia. Boom! Patatrac! Pataboom! La tela che nel laboratorio si stava tessendo si sfilaccia, ma non si disfa, l’intreccio di relazioni diventa rete, sopravvive nel web. L’attività prosegue da casa. Il gruppo continua a inventare, ad animare la storia, mentre fuori dello spazio privato, nella città reale, si diffondono ovunque silenzio, vuoto, rarefazione fino a un’assenza totale e assordante. La connessione consente di non perdere il filo della storia. Il gruppo trova la propria storia: gli sposi vogliono regalare alla città un parco. Lo si immagina insieme, settimana dopo settimana, distanti ma vicini, e il confronto resta vivo, produttivo.
RITRATTI
Settembre 2021: il laboratorio si riorganizza in presenza dopo diciotto mesi. I partecipanti non sono più gli stessi, ma la storia sì, così come i personaggi che finalmente possono parlare, muoversi, presentarsi. Ora il Duca Teseo, Filostrato, Tilia, Ortensio, Pino, Elena Margheritis ci sono, si raccontano, compongono insieme un primo arazzo di umanità varia in una città che lotta per diventare il luogo in cui le idee diverse, come le persone diverse, si sposano. Nonostante tutto, la vita cresce, la vita continua. Per quanto a volte la si osteggi, l’inclusione è ineluttabile, è il destino della vita stessa. Se la si ignora, trova da sola una strada per germogliare.
Fotografie ROSY SINICROPI
Progetto grafico ROBERTO PRONZELLO
Testi ELENA CANIATO e BRUNO MACARO
Contenuti web MAURA RICCARDI e GIULIA SARTO
Direzione artistica ROSY SINICROPI e BRUNO MACARO